Molto spesso i materiali che si definiscono montessoriani sono caratterizzati dalla riproduzione tout-court di quelle che sono state le geniali invenzioni di Maria Montessori. E siccome all'inizio del '900 non c'era stampa off-set, stampa digitale, materiali plastici, ecc... allora queste clonazioni non hanno quasi colore, considerano l'unico materiale possibile il legno o la carta vetrata, non sgarrano di un millimetro circa forme, colori e consistenze originarie. I materiali di sviluppo, quindi, sotto teca e prigionieri di materiale vintage. Eppure Maria Montessori relativizzava i suoi materiali: "Il materiale di sviluppo è necessario solo come punto di partenza. Nella organizzazione dei mezzi esterni di sviluppo resta dunque una impronta materiale dell’interno svolgimento: è ciò di cui l’anima ha bisogno nel suo cammino, nella sua corsa, nei suoi voli." (L’autoeducazione nelle scuole elementari). Credo che libro di Xavier Deneux, ABC - inglese e italiano possa essere un interessante punto di partenza nel percorso giocoso di avvicinamento al mistero della scrittura dei bambini, reinterpretando (chissà se volutamente) alcune intuizioni montessoriane. Un invito a volare...
Prima di tutto è bello e divertente. Composto da segni semplici ed essenziali che danno ritmo alle pagine coi colori e con situazioni sempre nuove. "Sembrerà certo strano il linguaggio, ma se noi vogliamo riportarci ai principii della scienza, si potrebbe dire che il luogo adatto alla vita dell'uomo è un luogo artistico: e perciò se la scuola vuol diventare un gabinetto di osservazione della vita umana deve raccogliervi il bello, come un gabinetto di batteriologia deve raccogliervi le stufe e i terreni nutritizi." (L’autoeducazione nelle scuole elementari). Quanto è cambiato il nostro sentimento per il bello dagli inizi del '900? Quanta arte moderna e contemporanea ha cambiato il nostro sguardo da allora?
Le lettere sono in rilievo, colorate, invitano a essere toccate mentre giocano con le figure, queste, in parte, sfondate: le mani scoprono nuovi percorsi tra le nuvole e le pance degli alligatori. Sono lettere tattili, realizzate con la moderna cartotecnica, ma sembrano reinterpretare (per l'oggi) la geniale carta smerigliata montessoriana: "Vedere non aiuta la mano a scrivere. È solo la volontà che agisce, quando si cerca di eseguire la scrittura, guardando un modello… la mano, invece, si può preparare direttamente a tracciare i segni alfabetici: e se un senso può aiutarla, questo è il tatto, il senso muscolare, e non la vista. Perciò noi abbiamo preparato per i nostri bambini delle lettere intagliate in carta smerigliata, ingommandole poi su carta liscia; esse riproducono in dimensione e in forma, le lettere dell’alfabeto mobile; e insegniamo al bambino a toccarle esattamente, muovendo le dita sopra ognuna, nel senso della scrittura. Procedimento semplicissimo, che però conduce a risultati meravigliosi! Perché i bambini, così, stampano la forma delle lettere nella mano. Quando cominciano a scrivere spontaneamente, la loro calligrafica è perfetta; e tutti i bambini scrivono nello stesso modo, perché tutti hanno toccato le stesse lettere… è bene riflettere che la mano dei bambini è stata preparata indirettamente a scrivere, dal lungo maneggio del materiale sensoriale." (La formazione dell'uomo e nebule analfabetismo mondiale).
Le lettere si inscrivono nel corpo degli animali, spesso disegnandoli speculari, ammettendo la confusione bambina nello scrivere lettere assimmetriche: "Le due pance della B vanno di qua o di là?". La S e il cigno si possono accarezzare contemporaneamente, divertendo per il movimento che avvicina e allontana. "L'oggetto esterno è una palestra su cui lo spirito fa i suoi esercizi; e tali esercizi interiori sono primitivamente in se stessi lo scopo dell'azione. Così, lo scopo degli incastri solidi non è che il bambino prenda conoscenza delle dimensioni, quello degli incastri piani non è che dia lui un concetto delle forme, ma lo scopo di questo, come di tutti gli altri oggetti, è che il bambino eserciti le sue attività." (L’autoeducazione nelle scuole elementari).
E alla fine del libro la lettera Z si nasconde tra le altre zzzzzebre: "Ormai hai imparato a cercare con le mani: prova a trovarmi senza gli occhi!". Nel bel libro di Paola Tonelli, Giocare a scrivere si traccia un appassionante percorso dei bambini da 3 a 6 anni nella giungla misteriosa dei segni dell'alfabeto. Per questi bambini "l'obiettivo non deve essere quello di insegnare a scrivere ma quello di suscitare in loro il gusto e l'interesse della scrittura". E questo libro è proprio un bel gusto.