Dopo aver concordato le nuove destinatarie (qui la prima parte e qui la seconda parte del lungo post), ogni donatrice è invitata ad aggiungere sul cartoncino - su cui era scritto un generico "per te" - il nome della collega ricevente.
Sul retro del cartoncino "Per te" c'è spazio per una dedica esplicita (che resterà segreta) in cui le parole possono aggiungere nuovi significati a quelle già contenute nella scatola.
Ecco una nuova consegna e una nuova meraviglia resa possibile dalla condivisione di ciò che si è ricevuto in precedenza. Resistere alla tentazione di trattenere risulta incredibilmente generativo.
Questa volta lo sguardo non si fissa solamente sul contenuto, ma cerca, quasi subito, lo sguardo dell'altra, di chi ha avuto il pensiero per chiedere spiegazioni, per ringraziare, per riconoscersi interpretata oltre le proprie aspettative.
È quindi il tempo dello sguardo e dell'ascolto di gruppo. Le emozioni, volutamente tenute intime all'inizio, vengono consegnate a tutte, liberate dalle parole e dai sospiri.
Una meraviglia è rimasta ancora segreta. Chi ha ricevuto la scatola nella scatola (qui sotto) si è fermata ad osservare la scatolina, ma non ha osato aprirla. La frase è un indizio per andare oltre, per osare e sperimentare. Qui, in modo evidente, il senso implicito di ogni frase che invita a vivere in modo laboratoriale ed estetico ogni esperienza.
"È la pittura, che mi ha portato a scrivere su di essa. Le sono grata perché è stata come uno specchio dopo aver guardato nel quale non potevo non parlare, anche, di ciò che vedevo, per svelarlo, per svelare l'enigma che la pittura racchiude" (Maria Zambrano, Dire luce. Scritti sulla pittura"
Continua...