Siamo stati invasi dalla parola petaloso. In pochi giorni è diventato un tormentone, perché è così che funziona quella che chiamiamo informazione: per notizie rimbalzate, ribadite, moltiplicate all'infinito. E poi niente, non servono più. Chi frequenta i bambini e li ascolta con attenzione sa bene che spesso inventano neologismi, nuove parole, come nuovo è il loro apprendimento, nuovo è l'affacciarsi a una vita che è anche lingua di cui stanno cercando di carpirne le regole per poterla fare propria. E così, da incredibili semiologi e arditi scienziati, inventano parole che dicono altro, dicono di più del nostro vecchio vocabolario e ci aprono ai mille mondi possibili che anche il linguaggio custodisce.
Nell'imprescindibile Grammatica della fantasia Gianni Rodari ci offre alcune riflessioni pedagogiche rispetto al fare con le parole che sono ancora importanti, urgenti, da fare nostre... Ne riporto alcuni passi per ampliare la riflessione.
"Un modo di rendere produttive, in senso fantastico, le parole, è quello di deformarle. Lo fanno i bambini, per gioco: un gioco che ha un contenuto molto serio, perché li aiuta a esplorare le possibilità delle parole, a dominarle, forzandole a declinazioni inedite; stimola la loro libertà di parlanti, con diritto alla loro personale parole (grazie signor Saussure); incoraggia in loro l'anticonformismo". (Gianni, Rodari, La grammatica della fantasia, Einaudi).
"Un modo di rendere produttive, in senso fantastico, le parole, è quello di deformarle. Lo fanno i bambini, per gioco: un gioco che ha un contenuto molto serio, perché li aiuta a esplorare le possibilità delle parole, a dominarle, forzandole a declinazioni inedite; stimola la loro libertà di parlanti, con diritto alla loro personale parole (grazie signor Saussure); incoraggia in loro l'anticonformismo". (Gianni, Rodari, La grammatica della fantasia, Einaudi).
"Molti dei cosiddetti errori dei bambini, poi, sono altra cosa: sono creazioni autonome, di cui si servono per assimilare una realtà sconosciuta. Pasticca, pasticchina, possono suonare a un orecchio infantile parole senza senso. Egli non si fida di loro e, assimilando l'oggetto all'azione che comporta, usa la parola mastichina. Tutti i bambini hanno di queste invenzioni... In ogni errore giace la possibilità di una storia". (Gianni, Rodari, La grammatica della fantasia).
Queste parole geniali (come il misuro invece che il metro, o la suonista invece che la solista-musicista) sono rappresentanti ufficiali della cultura bambina che il nostro mondo, rigidamente adulto, continua a marginalizzare o ad adultizzare. Non è l'iscrizione al vocabolario dell'Accademia della Crusca che mette al centro i nostri bambini, che li riconosce quotidianamente portatori di novità e di sapere altro - tesoro prezioso per tutti - che rinnova il percorso educativo e formativo, espressione con cui li accogliamo e accompagniamo nell'entrare nel mondo.
Queste parole geniali (come il misuro invece che il metro, o la suonista invece che la solista-musicista) sono rappresentanti ufficiali della cultura bambina che il nostro mondo, rigidamente adulto, continua a marginalizzare o ad adultizzare. Non è l'iscrizione al vocabolario dell'Accademia della Crusca che mette al centro i nostri bambini, che li riconosce quotidianamente portatori di novità e di sapere altro - tesoro prezioso per tutti - che rinnova il percorso educativo e formativo, espressione con cui li accogliamo e accompagniamo nell'entrare nel mondo.
Abbiamo parole per vendere
parole per comprare
parole per fare parole
ma ci servono parole per pensare.
(Gianni Rodari, Il secondo libro delle filastrocche).
parole per comprare
parole per fare parole
ma ci servono parole per pensare.
(Gianni Rodari, Il secondo libro delle filastrocche).