Mi è stato chiesto di inaugurare il percorso di formazione di un gruppo di educatrici di Nido + Scuola Infanzia intorno alla meraviglia nella progettazione laboratoriale dei bambini. Niente come le emozioni ha bisogno di essere vissuto e condiviso prima che essere "parlato". E allora ecco 15 scatole tutte bianche (come la nuova stanza per i laboratori), tutte uguali... o forse no.
Tutte ordinate, tutte curate, tutte dedicate. La consegna è assolutamente casuale (e anche questo fa parte degli elementi per la rilettura finale), ma lo sguardo che le investigherà a breve sarà assolutamente personale. Ogni educatrice riceve una scatola tra le mani ed è invitata ad attendere che tutte l'abbiano ricevuta, solo dopo si potrà aprirla. Trepidazione e attesa, ritualità sospesa tra singolo e gruppo sono i primi elementi che si rendono evidenti. Ecco le prime tre...
"Vedere e guardare sono parole sono apparentemente intercambiabili. Per vedere basta avere gli occhi aperti. Guardare significa prestare attenzione, osservare con un testa una qualche volontà. Alcune cose ci vengono incontro con la forza deflagrante del loro significato, altre ci chiedono di concentrarci o di ragionare. Più della metà delle risorse neuronali sembrano impiegate in attività che hanno a che fare con la visione... Alla fine possiamo anche pensare tutte queste cose e possiamo interrogarci sulle possibilità e sui limiti della conoscenza; sulle possibilità e sui limiti di ciò che possiamo davvero vedere. Guardare consapevolmente è già pensare; e pensare consapevolmente è già progettare. Guardare, pensare e progettare sono così aspetti senza soluzione di continuità tra loro. Sono un'endiatri: tre concetti in uno." (Riccardo Falcinelli, Guardare pensare progettare. Neuroscienze per il design).
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